venerdì 30 gennaio 2009
Donne al volante? Meglio degli uomini
Finalmente grazie a una ricerca condotta da Direct Line possiamo smentire il tanto famoso proverbio “donna al volante pericolo constante”, poiché in base ai dati raccolti la percentuale di incidenti causati dal gentil sesso è nettamente inferiore rispetto a quella degli uomini, 30% per le prime e 70% per i secondi, inoltre un altro dato a vantaggio delle donne pare sia la solidarietà nei confronti degli automobilisti in difficoltà: tanto al Nord quanto al Sud, le donne hanno dimostrato un grande altruismo nei confronti del prossimo, dichiarando di essere disposte a fermarsi e a prestare soccorso a un automobilista con l’auto in panne, sia di giorno che di notte. Ciò dimostra il fatto che il distacco tra uomini e donne comincia a farsi sempre più sottile, tanto che in ambiti prettamente maschili le donne dimostrano di essere sicuramente migliori, e soprattutto indipendenti di fronte a situazioni che richiederebbero una presenza maschile, ma nonostante questo esse, poiché hanno acquisito una certa sicurezza nelle loro possibilità, mostrano di potersela cavare anche da sole senza aver bisogno della forza fisica dei nostri uomini.
lunedì 19 gennaio 2009
Parolacce nel linguaggio comune fra i giovani e in tv...
LONDRA - In Italia lo si riassume col "vaffa". In Gran Bretagna lo sintetizzano con "F word" (la parola che comincia per F). In ogni paese ha un suo slang e diverse caratteristiche. Ma il fenomeno è universale: la nostra era ha sdoganato le parolacce, le volgarità, gli insulti. Basta sintonizzarsi su una stazione radio, su un canale televisivo o navigare su internet, dove blog, commenti ai blog e chat-line ne sono infarciti, per rendersi conto delle dimensioni del problema. Al punto che ormai, per la stragrande maggioranza, non è più un problema.
In tivù si sentono parolacce in continuazione e questo deve cambiare", dice Edsther Rantzen, personalità televisiva e uno degli ideatori della protesta, al quotidiano Daily Express, che dedica oggi la prima pagina al tema.
Quando il linguaggio volgare e sboccato risuona dal video con particolare virulenza, in effetti, una parte dell'opinione pubblica protesta. Succede talvolta in Italia, dove le risse verbali a base di insulti e contumelie sono la regola in tivù: non solo c'è da noi l'abitudine a dire parolacce, ma perdono le staffe e sembrano pronti a venire alle mani anche i conduttori televisivi e perfino i ministri, come accaduto di recente con quello della Difesa, Ignazio La Russa, che sembrava sul punto di esplodere davanti alle pacate dichiarazioni del direttore dell'Unità Concita De Gregorio.
FONTE: La Repubblica
Ed è proprio vero, oggigiorno utilizzare un linguaggio colmo di parolacce è quasi diventata un’abitudine, a cui siamo costretti ad assistere durante programmi televisivi o radiofonici. Molte persone, anche di una certa importanza, talvolta non si rendono conto di essere in televisione e si lasciano andare a sfoghi pieni d’ira, contro chi ha soltanto espresso un parere opposto, rendendo così l’atmosfera all’interno di un programma poco gradevole, non solo per quelle persone che fanno parte del pubblico e che quindi assistono alla scena direttamente, ma soprattutto per il pubblico a casa, non costituito solo da adulti ma anche da bambini, ai quali al contrario bisognerebbe dare il buon esempio. Chi non ricorda qualche programma politico, in cui non vi sia stato uno scontro d’opinione che si è poi trasformato in una lotta furibonda tra chi insultava maggiormente il suo avversario? Mi chiedo, ma che messaggi pensano di comunicare quelle persone che non hanno un minimo di autocontrollo e che di fronte a centinaia di spettatori si lasciano andare a liberi sfoghi?
Per quanto i programmi italiani, sia televisivi che radiofonici, abbiano poco valore ,non solo a livello informativo ma anche educativo, potrebbero impegnarsi di più per dare un buon esempio soprattutto ai più piccoli, dal momento che sono facilmente influenzabili.
In tivù si sentono parolacce in continuazione e questo deve cambiare", dice Edsther Rantzen, personalità televisiva e uno degli ideatori della protesta, al quotidiano Daily Express, che dedica oggi la prima pagina al tema.
Quando il linguaggio volgare e sboccato risuona dal video con particolare virulenza, in effetti, una parte dell'opinione pubblica protesta. Succede talvolta in Italia, dove le risse verbali a base di insulti e contumelie sono la regola in tivù: non solo c'è da noi l'abitudine a dire parolacce, ma perdono le staffe e sembrano pronti a venire alle mani anche i conduttori televisivi e perfino i ministri, come accaduto di recente con quello della Difesa, Ignazio La Russa, che sembrava sul punto di esplodere davanti alle pacate dichiarazioni del direttore dell'Unità Concita De Gregorio.
FONTE: La Repubblica
Ed è proprio vero, oggigiorno utilizzare un linguaggio colmo di parolacce è quasi diventata un’abitudine, a cui siamo costretti ad assistere durante programmi televisivi o radiofonici. Molte persone, anche di una certa importanza, talvolta non si rendono conto di essere in televisione e si lasciano andare a sfoghi pieni d’ira, contro chi ha soltanto espresso un parere opposto, rendendo così l’atmosfera all’interno di un programma poco gradevole, non solo per quelle persone che fanno parte del pubblico e che quindi assistono alla scena direttamente, ma soprattutto per il pubblico a casa, non costituito solo da adulti ma anche da bambini, ai quali al contrario bisognerebbe dare il buon esempio. Chi non ricorda qualche programma politico, in cui non vi sia stato uno scontro d’opinione che si è poi trasformato in una lotta furibonda tra chi insultava maggiormente il suo avversario? Mi chiedo, ma che messaggi pensano di comunicare quelle persone che non hanno un minimo di autocontrollo e che di fronte a centinaia di spettatori si lasciano andare a liberi sfoghi?
Per quanto i programmi italiani, sia televisivi che radiofonici, abbiano poco valore ,non solo a livello informativo ma anche educativo, potrebbero impegnarsi di più per dare un buon esempio soprattutto ai più piccoli, dal momento che sono facilmente influenzabili.
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