venerdì 14 novembre 2008

Baby-campione ingaggiato dalla Roma
Si chiama Caio Werneck e ha 9 anni: dallo scorso luglio si è trasferito nella Capitale con la mamma


ROMA - Il talento non ha età. Neanche nel calcio. E così dopo il caso del 16enne Alipio, finito alla corte del Real Madrid, ecco un altro baby-campione brasiliano pronto a sbarcare in Europa. Secondo O Globo, lo scorso luglio la Roma ha fatto arrivare direttamente da Petrópolis, nella regione di Rio de Janeiro, Caio Werneck, giocatore di 9 anni. Da quattro mesi nel nostro Paese, Caio è accompagnato dalla madre Alessandra e si divide tra scuola e allenamenti.

«IL MIO IDOLO? MEXES» - «Sono rimasta impressionata dalla determinazione di Caio - racconta mamma Alessandra -. Si è ambientato molto in fretta». Madre e figlio torneranno in Brasile per passare le feste di fine anno in famiglia ma già a inizio 2009 il bambino dovrà ripresentarsi a Roma. «Mio figlio non è un fenomeno e non lo sarà - dice il padre Israel, anche lui ex giocatore di calcio - ma conosce tutti i fondamentali del calcio da quando aveva sei anni, gioca bene la palla, di testa e con i piedi. Ha tutto per diventare un buon calciatore». Caio, intanto, ha già avuto l'occasione di parlare con i connazionali Juan e Julio Baptista anche se il suo idolo è Mexes. «Voglio diventare un difensore - dice -. Ho la forza per giocare in questo ruolo.

FONTE: Il Corriere della Sera

Premetto dicendo che non mi intendo molto di calcio, però qualcosa a riguardo vorrei dirla.
La questione è la seguente: un bambino di nove anni nel pieno della sua infanzia, viene ingaggiato da una squadra italiana di calcio di notevole importanza, la Roma. Il bimbo sostiene di essere già pronto a lasciare il suo paese per trasferirsi proprio nella capitale italiana. Le reazioni a riguardo potrebbero essere sicuramente diverse, c’è chi da una parte potrebbe dire “com’è fortunato, potrà venire a contatto con i più famosi giocatori di calcio, ed ha soltanto 9 anni”, già questa cosa potrebbe provocare un sentimento d’invidia e gelosia in qualche ragazzo magari fanatico di calcio, a me sinceramente non suscita proprio questa reazione, anzi al contrario quasi mi fa tenerezza pensare a questo bambino che a nove anni deve lasciare il suo paese d’origine, i suoi amici e le sue abitudini per trasferirsi in un paese del tutto nuovo solo per giocare a calcio. Mi sembra quasi irreale ma soprattutto non giusto, perché forse la sua scelta è la scelta di qualcun’ altro, magari dei genitori che non si preoccupano delle esigenze del figlio, ma pensano soltanto a se stessi, alla fama, al successo, non a Caio (nome del bambino) che a 9 anni ha solo bisogno di essere protetto, di essere al sicuro, di non avere una vita travagliata a causa sì di un sogno, ma sempre un sogno da bambino e si sa i bambini hanno milioni di sogni, ed è giusto che sia così non sto dicendo il contrario, ma forse il compito di un genitore è quello di pensare prima di tutto al proprio figlio e alle conseguenze che ne deriverebbero da una scelta così importante.

1 commento:

Jessica ha detto...

Io penso che questo sia solo un altro di quei casi in cui non importano i sogni, ma i soldi. Penso questo perchè un genitore non può dire che sottoporre un bambino di 9 anni a duri allenamenti e catapultarlo così nel mondo degli adulti, sia il suo sogno...come farà tra scuola e allenamenti??? prima o poi crollerà, perchè a nove anni si hanno tanti bisogni, come giocare con i coetanei...però tutto questo può essere sacrificato per uno "stipendio" da urlo...perchè è così, i calciatori non sono altro che gente che fa finta di fare un lavoro e guadagna milioni...cifre che molte persone non vedranno mai nella loro vita. Questo bambino ha il suo idolo, e come tanti vuole emularlo, ma non credo sappia esattamente a cosa stia andando incontro.