martedì 23 dicembre 2008

IL NATALE IN ARRIVO...

Ormai siamo alle porte, il Natale si sta avvicinando e tutti siamo già nella fase di stress alla ricerca di quegl’ultimi regali che ci mancano. Per molti, me compresa, il Natale viene in parte visto come un momento in cui ti trovi a tavola con persone, che per quanto siano tuoi parenti, non conosci o meglio che hai visto una sola volta nella tua vita, ma soprattutto il Natale diventa l’emblema del consumismo, diventiamo talmente bramosi di trovare il regalo giusto, che siamo disposti a spendere un mucchio di soldi pur di far felici i nostri cari. Che cosa strana, si può pensare che alla base del Natale vi siano più i regali e quindi i soldi e non la stessa gioia di stare con le persone che si amano, è anche vero che ormai è una tradizione occidentale quella di fare regali di ogni genere e costo talvolta regali futili e poco utili, ma cosa possiamo farci non possiamo mica cambiare un tradizione così radicata nella nostra società e allora ci tocca adattarci sperando che questo Natale sia migliore rispetto a quelli precedenti, concludo augurando un felice Natale e tanto risposo a tutti quanti.

venerdì 12 dicembre 2008

IL MOUSE COMPIE 40 ANNI!!

LA SCOPERTA DI STEVE JOBS - Certo per il «topo» non è stato subito successo. Nel 1972, un dipendente della Xerox, Bill English, creò una versione avanzata dell’strumento, con una sfera in basso, per permettergli di andare in ogni direzione. Ma rimase ancora in ombra, finché Steve Jobs, il fondatore della Apple, un talent scout dell’informatica, lo notò a una dimostrazione della Xerox e lo adottò nel 1984, per il lancio di Lisa, il primo personal computer con un mouse monotasto. Lo seguirono a ruota i concorrenti Ibm e Microsoft.

NELL'ERA DEL TOUCH SCREEN - Ornato di una sferetta di scorrimento, poi incorporato nel personal computer, prima a sfera, poi supersensibile al tocco, il mouse sembra destinato a scomparire nell’era del touch screen. Con l’introduzione e l’enorme successo del multi-touch, in casa Apple, e della tecnologia Wiimote (un controller senza fili), in casa Nintendo, ci si chiede che fine farà l’amato «topo» e come andremo a puntare in futuro.


Che dire? Prima di tutto tanti auguri mouse per i tuoi 40 anni!!!
E’ proprio vero, ormai le vecchie per così dire tecnologie ci stanno abbandonando o meglio noi stiamo abbandonando loro per lasciare spazio a mezzi e strumenti sempre più all’avanguardia, tanto che siamo arrivati al punto che tra poco per utilizzare un semplice telefonino dovremo fare un corso specializzato solo per chiamare e rispondere. Forse è un po’ esagerato ma penso che renda bene l’idea di quanto sia diventato difficile fare anche le cose più semplici con oggetti super accessoriati e tecnologici. Ormai con un semplice telefono puoi, oltre a ricevere i comuni messaggi e le semplici chiamate, addirittura fare foto, video, chattare con persone a te sconosciute, entrare in internet, programmarti la giornata e chi più ne ha ne metta. Da un lato il progresso ha portato a tutte queste cose, che per quanto costose possono avere un loro utilità, però dall’altro lato ha permesso che questi strumenti vengano usati per scopi tutt’altro che positivi, si ricordano i video di bullismo girati nelle classi delle scuole con i telefonini e poi pubblicati in rete. Qualcuno potrebbe affermare che non è colpa della tecnologia in sé, ma bensì di noi essere umani che non facciamo un buon uso di questi nuovi mezzi di comunicazione e di divertimento, proprio bisogna anche dire che se non fossero stati inventati probabilmente molto cose poco positive non sarebbero accadute. Comunque non ci sono scuse bisogna usare la testa prima di fare determinate cose che potrebbero arrecare danni ad altre persone.

venerdì 5 dicembre 2008

Gli scherzi telefonici d'autore che hanno conquistato il Web


Oltre otto milioni contatti in pochi mesi per i video-beffa di Francesco


MILANO – «Lamentecontorta»: ecco quello che decine di migliaia di navigatori italiani digitano compulsivamente su YouTube per scovare i video diventati fenomeno web del momento. Tra i suoi idoli c'è Jim Carrey e, a giudicare dal successo che stanno avendo i suoi scherzi telefonici, questo ragazzo, che si fa chiamare semplicemente Francesco, ha un futuro nel mondo dello spettacolo. Il suo segreto: la capacità che possiede nel contorcere il viso e la voce, oltre a tanta fantasia e una bella faccia tosta.

FONTE: Corriere della Sera

Scherzi telefonici: divertenti o solo una perdita di tempo?direi entrambi le cose, divertenti per chi fa lo scherzo o meglio ancora per chi assiste alla scherzo, perdita di tempo per tutte quelle persone che vengono disturbate da qualche ragazzo che vuole fare il burlone e il simpaticone. Penso che di per sé gli scherzi telefonici siano una cosa per così dire innocente, una cosa carina che si fa quando si ha voglia di ridere o di far ridere, però bisogna fare una distinzione tra quei ragazzi che fanno uno scherzo a una persona chiamandola una sola volta e facendole relativamente perdere tempo, e invece quelli che chiamano più volte le stesse persone, insistendo, facendo perdere tempo e irritando le stesse persone che ricevono lo scherzo. In quest’ultimo caso penso che fare scherzi sia soltanto un modo per creare fastidio e per fare innervosire le persone inutilmente, infatti esistono già molte cose in grado di far diventare le persone facilmente suscettibili e sicuramente un semplice scherzo non deve avere come sua obbiettivo proprio quest’ultima cosa. Lo scherzo a mio giudizio serve per fare divertire anche la persona che lo riceve e non solo chi lo fa. In fondo dovremmo essere più aperti e non prendercela in modo eccessivo quando qualcuno ci ha preso di mira per far uno scherzo divertente





venerdì 28 novembre 2008

Novità in arrivo per quanto riguarda il settore medico

E’ stata appena costruita in un laboratorio italiano una super-proteina che potrebbe essere in grado di “disarmare”i tumori, essa per ora è stata sperimentata su topi con il cancro ai polmoni e ciò ha comportato la regressione della malattia stessa. Il bersaglio della super-proteina si chiama Myc, una proteina responsabile dello sviluppo della maggior parte dei tumori. Questa proteina Myc per agire ha bisogno dell’aiuto di un’altra proteina, chiamata Max.
Lavorando in tandem, le due proteine interagiscono con altre molecole e regolano l'attività di moltissimi geni. . Il «trucco» dei ricercatori consiste nell'impedire questa collaborazione fra le due proteine. Bisogna precisare che questa per così dire super proteina non è ancora stata sperimentata sugli uomini, in quanto non sono stati ancora accertati in modo sicuro sia gli effetti collaterali sia i danni che essa potrebbe provocare sulle cellule normali.
Potremmo considerare questa scoperta come una passo avanti nella medicina contro i tumori? Non saprei, forse bisognerebbe aspettare ancora po’ e vedere se si riscontrano gli stessi effetti positivi anche sugli uomini. Sicuramente questa notizia avrà dato un pò di speranza in più, non solo a chi si trova a dover combattere contro un tumore, ma anche a chi sano potrebbe ritrovarsi a dover affrontare una situazione del genere. Infatti al giorno d’oggi sono tante le persone che combattono contro questa terribile malattia, il tumore, per la quale non sono stati ancora trovati rimedi efficaci poco dolorosi oltre che a livello fisico anche psicologico; quindi confidiamo nella ricerca scientifica sperando che le scoperte fin’ora raggiunte abbiano buon esito.

venerdì 21 novembre 2008

IL TEMPO ONLINE E' BEN SPESO

Lo sostiene uno studio durato ben tre anni che si è concentrato sull'impatto che la vita in rete ha sullo sviluppo dei giovanissimi

STATI UNITI – Non è vero che i giovani che trascorrono la maggior parte delle loro giornate in rete, tra siti di social network, navigazione e giochi online, perdono tempo. Tutt’altro. Le attività svolte dagli adolescenti tra le maglie del web sono molto importanti per la loro crescita e il loro sviluppo.

CYBER-FORMAZIONE – La conclusione è che, al di là dei luoghi comuni, viaggiando nel cyberspazio i ragazzini imparano molte cose:«Acquisiscono le capacità tecnologiche e tutte le abilità di cui hanno bisogno per avere successo nel mondo contemporaneo» ha spiegato la dottoressa Mimi Ito, autrice del report. Perché saper comunicare online è importante, come pure essere in grado di creare una propria identità o una home page, oppure postare dei semplici link, «tutte cose che 10 anni fa ci sembravano complesse, ma che i giovani d’oggi danno praticamente per scontato», ha detto ancora la Ito. E per loro è assolutamente normale anche incontrare gli amici sulle pagine di MySpace o FaceBook anziché al bar o al parco. Come a dire che l’Internet è la piazza del 21esimo secolo, dove i giovani possono approfondire le proprie passioni e dare sfogo alla propria creatività.

FONTE: Il Corriere della Sera

Alcuni studi hanno constatato che le attività svolte dagli adolescenti all’interno delle rete di internet, giocano un ruolo importante nella loro crescita e nel loro sviluppo, perché come molti sostengono internet risulta essere un’utile strumento non solo finalizzato alla socializzazione, ma anche all’ apprendimento, in quanto con questa nuova tecnologia possiamo avere informazioni in tempi relativamente brevi rispetto a una ricerca su libri e inoltre possiamo trovare notizie di vario genere che spaziano in vari campi del sapere. Sono convinta che l’introduzione di internet abbia in qualche modo rivoluzionato l’intera società sia positivamente che negativamente. Positivamente perché ha reso molto più semplice la ricerca e la consultazione d’informazioni e negativamente, soprattutto per i più giovani, perché in qualche modo ha tolto importanza alle relazioni umane, poiché talvolta piuttosto che incontrarsi con un amico al bar si preferisce parlare tramite Messenger o netlog, tutte cose che per quanto possano sembrare utili in realtà hanno solo degradato la società stessa. In questo modo infatti le persone riscontrano maggiori difficoltà a mantenere una conversazione per così dire “a quattr’occhi” perché non più abituate e inoltre questi strumenti di messaggistica possono apparire anche come armi a doppio taglio, in quanto si da un lato facilitano la socializzazione poiché vengono meno quelle barriere dettate dalla vergogna o dalla timidezza, però dall’altro lato non si sa mai con certezza che persona si ha davanti, dal momento che quest’ultima può fingere di essere ciò che in realtà non è. Quindi concludo dicendo che bisogna sempre fare attenzione a non dare troppa confidenza a persone che non si conoscono, perché solo in questo modo si possono evitare problemi, talvolta anche seri.

venerdì 14 novembre 2008

Baby-campione ingaggiato dalla Roma
Si chiama Caio Werneck e ha 9 anni: dallo scorso luglio si è trasferito nella Capitale con la mamma


ROMA - Il talento non ha età. Neanche nel calcio. E così dopo il caso del 16enne Alipio, finito alla corte del Real Madrid, ecco un altro baby-campione brasiliano pronto a sbarcare in Europa. Secondo O Globo, lo scorso luglio la Roma ha fatto arrivare direttamente da Petrópolis, nella regione di Rio de Janeiro, Caio Werneck, giocatore di 9 anni. Da quattro mesi nel nostro Paese, Caio è accompagnato dalla madre Alessandra e si divide tra scuola e allenamenti.

«IL MIO IDOLO? MEXES» - «Sono rimasta impressionata dalla determinazione di Caio - racconta mamma Alessandra -. Si è ambientato molto in fretta». Madre e figlio torneranno in Brasile per passare le feste di fine anno in famiglia ma già a inizio 2009 il bambino dovrà ripresentarsi a Roma. «Mio figlio non è un fenomeno e non lo sarà - dice il padre Israel, anche lui ex giocatore di calcio - ma conosce tutti i fondamentali del calcio da quando aveva sei anni, gioca bene la palla, di testa e con i piedi. Ha tutto per diventare un buon calciatore». Caio, intanto, ha già avuto l'occasione di parlare con i connazionali Juan e Julio Baptista anche se il suo idolo è Mexes. «Voglio diventare un difensore - dice -. Ho la forza per giocare in questo ruolo.

FONTE: Il Corriere della Sera

Premetto dicendo che non mi intendo molto di calcio, però qualcosa a riguardo vorrei dirla.
La questione è la seguente: un bambino di nove anni nel pieno della sua infanzia, viene ingaggiato da una squadra italiana di calcio di notevole importanza, la Roma. Il bimbo sostiene di essere già pronto a lasciare il suo paese per trasferirsi proprio nella capitale italiana. Le reazioni a riguardo potrebbero essere sicuramente diverse, c’è chi da una parte potrebbe dire “com’è fortunato, potrà venire a contatto con i più famosi giocatori di calcio, ed ha soltanto 9 anni”, già questa cosa potrebbe provocare un sentimento d’invidia e gelosia in qualche ragazzo magari fanatico di calcio, a me sinceramente non suscita proprio questa reazione, anzi al contrario quasi mi fa tenerezza pensare a questo bambino che a nove anni deve lasciare il suo paese d’origine, i suoi amici e le sue abitudini per trasferirsi in un paese del tutto nuovo solo per giocare a calcio. Mi sembra quasi irreale ma soprattutto non giusto, perché forse la sua scelta è la scelta di qualcun’ altro, magari dei genitori che non si preoccupano delle esigenze del figlio, ma pensano soltanto a se stessi, alla fama, al successo, non a Caio (nome del bambino) che a 9 anni ha solo bisogno di essere protetto, di essere al sicuro, di non avere una vita travagliata a causa sì di un sogno, ma sempre un sogno da bambino e si sa i bambini hanno milioni di sogni, ed è giusto che sia così non sto dicendo il contrario, ma forse il compito di un genitore è quello di pensare prima di tutto al proprio figlio e alle conseguenze che ne deriverebbero da una scelta così importante.

mercoledì 12 novembre 2008

L'ARTE DEL SAPER FINGERE

Oggi è stata riproposta su diversi giornali la questione di Anna Maria Franzoni, accusata di aver ucciso il figlio Samuele, nonostante lei si sia sempre dichiarata innocente, ora si trova in carcere e dovrà scontare una pena di 16 anni. La donna qualche giorno fa si è sottoposta a una visita psichiatrica, tramite la quale sarebbe poi stato deciso se avrebbe potuto rivedere i figli al di fuori del carcere; l’esito è stato negativo, poiché da quanto hanno riferito gli psicologi Anna Maria risulta essere ancora pericolosa e potrebbe fare del male ai suoi figli. Dopo aver sentito questa notizia ho iniziato a riflettere sull’intera questione che riguarda e ha riguardato per moltissimo tempo questa donna di Cogne, soprattutto mi sono chiesta: sarà veramente innocente come ha affermato in tutti i modi possibili?E’ vero che le prove fanno pensare a lei come unica colpevole, quindi se così fosse dovremmo concludere che Anna Maria sia un abile ingannatrice. Infatti io sostengo che fingere sia di per sé una cosa estremamente difficile, poiché non devi essere mai contraddittoria in quello che dici per non suscitare alcun sospetto negli altri e in questo bisogna riconoscere che furono poche le volte in cui Anna Maria dimostrò di essere contraddittoria, ma sempre con grande lucidità e fermezza si proclamava innocente davanti a tutti quelli che credevano il contrario. Forse non sapremo mai la verità e questo rimarrà uno dei tanti casi che hanno suscitato confusione e insicurezza sia nella stessa amministrazione della giustizia sia nell’opinione pubblica.

venerdì 7 novembre 2008




Napoli, arrivati 50 chili di esplosivo su ordine dei clanInvestigatori in allarme, nuovo codice rosso per lo scrittore
Casalesi, tritolo per un attentato
A rischio Saviano o un magistrato

NAPOLI - Tritolo. Cinquanta chilogrammi. Mette i brividi l'ultima indiscrezione che arriva dal fronte di Gomorra. Una devastante partita di esplosivo sarebbe già in possesso del gruppo stragista del clan dei Casalesi, l'ala terroristica guidata dal superlatitante Giuseppe Setola. Materiale che sarebbe già giunto a destinazione. I pubblici ministeri dell'antimafia considerano questa voce "attendibile, fondata". E si fanno domande: dov'è custodito quel tritolo? E soprattutto: a chi è destinato? È l'interrogativo cui si cerca di dare una risposta attraverso una serrata attività d'intelligence, e in una notte che si trasforma anche in un'altra corsa contro il tempo. Giro di vite per le misure di sicurezza. Dopo i contatti immediati con le questure di Napoli e Caserta e con i rispettivi vertici dei carabinieri, il codice rosso scatta al Viminale. Diventa visibile sul territorio il rafforzamento della protezione agli "obiettivi sensibili". Si temono azioni dimostrative dinanzi a uffici di polizia e carabinieri non solo a Casal di Principe, ma anche in altre località. Viene naturalmente intensificata la vigilanza per tutti i possibili bersagli della cosca che dalla scorsa primavera a oggi ha sterminato innocenti, familiari di pentiti e di testimoni di giustizia, colpito donne e massacrato extracomunitari. Allerta massima sul cordone già steso intorno a Saviano, al magistrato Raffaele Cantone. È un allarme che, significativamente, chiude la giornata organizzata proprio a Casal di Principe da intellettuali e studiosi per una giornata anticamorra organizzata da Sinistra democratica e che aveva riempito il paese con manifesti contro i criminali ("Facciamo neri i camorristi") e in segno di solidarietà per Roberto Saviano ("Saviano è amico mio"). Manifesti che, già di buon mattino, in alcuni casi appaiono strappati o coperti da insulti contro l'autore di Gomorra. Poche ore più tardi, ecco tornare l'emergenza attentati. Una notizia che, catturata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, conferma e accresce il rischio già noto a tutti gli inquirenti impegnati sul fronte dei casalesi. Il procuratore aggiunto Franco Roberti, con i pm Alessandro Milita, Cesare Sirignano, Antonio Ardituro, Raffaello Falcone, Catello Maresca, Francesco Curcio, Giovanni Conzo, Marco Del Gaudio, avevano in diverse inchieste raccontato la potenziale capacità eversiva della cosca mafiosa del casertano. Un piano B del terrore, dopo i numerosi colpi subiti dal gruppo dei bidognettiani (le denunce per racket, i numerosi pentiti).
Un clan che tuttora vive della protezione di larga parte della società civile di interi comuni del casertano, ma il cui gruppo di fuoco è ormai ridotto a pochi elementi, dopo la cattura dei tre killer fedelissimi di Setola, Alessandro Cirillo, Giovanni Letizia e Oreste Spagnuolo. Quest'ultimo è divenuto pentito dopo appena tre giorni dalle manette, un'arma" preziosa nelle mani della giustizia. È lo stesso Spagnuolo, a raccontare al pool antimafia, il 7 ottobre scorso: "Setola mi ha parlato del fatto che cercava di procurarsi un detonatore con telecomando. Non mi ha spiegato cosa voleva farci, ma diceva che era un modo facile per uccidere". E il disegno del tritolo ora ricorda da vicino la strategia dei corleonesi che sfociò negli attentati contro Falcone e Borsellino. Ma sul fronte di Gomorra lo Stato ha annunciato che non farà marcia indietro. A Caserta, sette giorni fa, è tornato il ministro dell'Interno Roberto Maroni, per annunciare che i 400 uomini di rinforzo e i 500 parà della Folgore sarebbero rimasti ben oltre la scadenza di dicembre. "Lo Stato non se ne va a Natale, da questi territori". Lo Stato che deve arrivare prima del tritolo.

Fonte: La Repubblica



Oggi a Napoli, la polizia ha trovato circa cinquanta chilogrammi di tritolo, ed è stato ipotizzato che essi fossero destinati probabilmente alla Camorra, la quale risulta essere particolarmente irritata a causa delle dichiarazioni scritte all’interno di un libro da Saviano, autore del libro stesso. Proprio per questo motivo i magistrati temono per l’incolumità dello stesso Saviano, che dichiara di essersi rovinato la vita proprio scrivendo questo libro, che dal quel giorno percepisce di non essere più al sicuro, tanto che probabilmente a presto lascerà l’Italia per rifugiarsi in qualche paese all’estero. Che dire, oggi la mafia appare più attiva che mai, molti hanno cercato di osteggiarla e forse nessuno è riuscito a sconfiggerla, si ricordano infatti le tragiche sorti di Falcone e Borsellino, entrambi impegnati nella lotta contro la Camorra. Oggi un altro giovane ha messo a rischio la propria vita proprio per denunciare questo male della società, forse per rendere consapevoli i cittadini che la mafia esiste ancora, che ancora fa paura, che ancora si fa sentire con la sua forza sconvolgente e inaccettabile, perché si, mi sembra una cosa inaccettabile che qualcuno rischi la propria vita solo per aver osato parlare della mafia e di tutto ciò che è connessa a essa. Siamo nel 2008 e ancora non siamo riusciti a trovare, dopo circa vent’anni dalla morte di Falcone e Borsellino, una soluzione a questo problema, la mafia, così legata alla storia italiana così impercettibile ai nostri occhi ma presente come non mai. E allora cosa dovremmo fare? Tacere o forse far finta che tutto vada bene così, non dare libero sfogo ai nostri pensieri, alle nostre idee solo perché abbiamo paura? Già è proprio così, perché anche io all’interno del mio paese ho paura, dal momento che in cuor mio so che ci vorrà ancora molto tempo prima che la mafia possa essere distrutta completamente e mi auguro che questa cosa accada al più presto, così che potremmo dire finalmente di sentirci liberi.


giovedì 6 novembre 2008


La California mette al bando le nozze gay

Marce di protesta sulla Sunset Boulevard a Los Angeles e a San Francisco dopo la vittoria del sì al referendum sulla messa al bando delle nozze gay in California. I matrimoni omosessuali tornano dunque fuorilegge nello Stato più popoloso dell'Unione, che non di rado serve da modello per il resto degli Stati Uniti. Approvando con una percentuale di oltre il 52% la cosidetta proposta numero 8, i californiani hanno sancito per la seconda volta in pochi anni che le nozze sono una unione tra un uomo e una donna, rimettendo in dubbio la legalità di migliaia di matrimoni omosex celebrati negli ultimi quattro mesi e mezzo. Attualmente i matrimoni omosessuali sono autorizzati solo in Massachusetts, da diversi anni, e nel Connecticut, da pochi mesi. Altri due referendum sui matrimoni tra persone dello stesso sesso sono stati vinti dai fautori del no alle unioni gay e lesbiche in Florida e in Arizona, ma in questi due Stati si è trattato di decisioni scontate (Ap)

Problema che è stato per molto tempo oggetto di dibattiti e scontri, riguarda la validità e in certo senso la moralità dei matrimoni tra omosessuali. Diverse sono le opinioni a proposito: c’è chi sostiene che è inaccettabile permettere che due persone dello stesso sesso possano sposarsi e in questo modo sancire il loro amore e c’è chi dall’altro lato sostiene esattamente il contrario. Probabilmente io faccio parte di questo secondo gruppo, in quanto affermo, anche se questa cosa potrà sembrare strana per alcuni, che se alla base di una relazione c’è il sentimento dell’ amore ha poca importanza che questo sentimento sia provato da persone dello stesso sesso o di sesso opposto, perché ciò non sminuisce la validità del sentimento stesso. Siamo cresciuti con l’idea che alla base del matrimonio ci deve essere prima di tutto l’amore, quindi perché vietare a due persone che si amano di sposarsi solo perché sono dello stesso sesso?Mi sembra un controsenso. Forse la nostra società non è ancora pronta a fare un passo del genere perché ancora legata alle vecchie tradizioni, ma ormai è arrivato il momento di aprire gli occhi, non dobbiamo negare la realtà, non dobbiamo volere a tutti i costi “eliminare” il diverso solo perché ci fa paura, ma dobbiamo essere disposti ad accettare chi decide di andare contro la massa per seguire un proprio sogno.

martedì 4 novembre 2008

Istat: il 12,8% degli italiani è povero
Anche nel 2007 si mantiene costante come negli ultimi 5 anni, il livello di povertà relativa

ROMA - I poveri in Italia non diminuiscono ormai da 5 anni. E con la crisi economica alle porte potrebbero anche aumentare. A mantenersi costanti non sono i poveri in senso assoluto, quelli ridotti a chiedere la carità per la strada per intenderci, ma i poveri in senso relativo.
La stima dell'incidenza della povertà relativa, ovvero la percentuale di famiglie e persone povere sul totale delle famiglie e persone residenti, viene calcolata su una linea di povertà che individua il valore di spesa per consumi al di sotto del quale un nucleo familiare è considerato povero.

I DATI - In base a questa media, l'11,1% delle famiglie residenti in Italia sono povere. Si tratta di 2.653.000 nuclei, pari a 7.542.000 persone, il 12,8% dell'intera popolazione. Lo afferma l'Istat che ha presentato il rapporto «La povertà relativa in Italia nel 2007». Rispetto ai dati dell'anno precedente - quando si era rilevato che le famiglie povere erano l'11,1% (2.623.000) e i poveri il 12,9% (7.537.000) - non c'è quindi alcuna variazione. Una tendenza che, come afferma lo stesso Istat, conferma i dati degli ultimi cinque anni durante i quali la povertà relativa è rimasta sostanzialmente immutata come anche i profili delle famiglie povere. Per il 2007, sono povere (povertà relativa) tutte quelle famiglie di due componenti che hanno speso meno o pari a 986,35 (+1,6% rispetto alla linea del 2006). Le famiglie povere hanno una spesa media equivalente pari a 784 euro al mese (+1,9%).

POVERTA' DIFFUSA AL SUD - La povertà relativa si conferma maggiormente diffusa nel Mezzogiorno, dove l'incidenza è quattro volte superiore a quella del resto del Paese; tra le famiglie più ampie, in particolare con tre o più figli, soprattutto se minorenni. È inoltre più diffusa tra le famiglie con anziani - nonostante il miglioramento osservato negli ultimi anni - che presentano valori di incidenza superiori alla media. La povertà è infine fortemente associata a bassi livelli di istruzione, a bassi profili professionali (working poor) e all'esclusione dal mercato del lavoro: l'incidenza di povertà tra le famiglie con due o più componenti in cerca di occupazione (35,8%) è di quasi quattro volte superiore a quella delle famiglie dove nessun componente è alla ricerca di lavoro (9,9%).

NUOVE TIPOLOGIE - Emerge poi a livello nazionale un peggioramento tra le tipologie familiari che tradizionalmente presentano una bassa diffusione del fenomeno e tra le quali i livelli di povertà restano al di sotto o in prossimità della media nazionale: famiglie di tre componenti (l'incidenza è passata dal 10% all'11,5%), coppie con un figlio (dall'8,6% al 10,6%), famiglie con persona di riferimento di età compresa fra i 55 e i 64 anni (dal 7,5% all'8,9%). Un incremento dell'incidenza di povertà è stato osservato anche tra le famiglie con due o più anziani (da 15,3% a 16,9%) in coppia o membri aggregati.

Come tutti ben sanno ci troviamo in piena crisi economica. I dati a riguardo sono allarmanti, quasi 7 milioni di persone in Italia possono essere considerate povere, in questo caso non si parla di povertà assoluta cioè quella povertà in cui si è ridotti a chiedere l’elemosina per strada pur di sopravvivere, ma bensì di povertà relativa, cioè per capirci meglio, sono considerate povere tutte quelle famiglie di due o più componenti che fanno fatica ad arrivare a fine del mese. Questo genere di povertà si concentra soprattutto al sud, in cui talvolta le famiglie sono più ampie e quindi devono far fronte a spese maggiori, e inoltre in quelle località in cui il tasso di disoccupazione è decisamente più alto rispetto che altrove. Cosa si potrebbe fare per rendere più sostenibile la situazione? Si potrebbero fare molte cose, ma forse soltanto poche risulterebbero veramente efficaci e riuscirebbero a ottenere risultati concreti e seri. A mio giudizio ormai l’Italia si trova in una condizione che difficilmente si potrà risolvere, sicuramente bisognerebbe iniziare a lavorare dalle fondamenta e non a livello superficiale. Purtroppo in un paese come il nostro le persone sono troppo abituate a pensare ai propri interessi e non si preoccupano di quelle persone che magari si trovano in una condizione di difficoltà; ad esempio i politici invece di spendere tante parole per sottolineare che nel sud d’Italia ci sono tante famiglie così definite povere, dovrebbero farsi un’ esame di coscienza e decidere di ridurre i propri stipendi esorbitanti per aiutare di tasca propria chi ha bisogno di aiuto. E’ facile fare discorsi in cui compaiono grandi promesse fatte a parole ma che poi non hanno un corrispettivo nella realtà quotidiana.

lunedì 3 novembre 2008

LA FORZA ATTRATTIVA DI UN LIBRO...

Ciao a tutti, ho deciso per quanto riguarda il mio primo post, di non addentrarmi all'interno di questioni etiche o ideologiche particolarmente complesse, ma di prendere in esame un tema, se così si può definire, molto più semplice e in un cento senso banale.
Già dal titolo potreste avere capito! L'argomento è proprio questo: la forza attrattiva che può esercitare la lettura di un libro, quella forza alla quale non riesci a opporre resistenza, in cui l'unica cosa che vorresti fare è continuare a leggere per ore o addirittura per giorni interi, solo per arrivare alla fine il prima possibile, solo per vedere cosa accadrà a quel personaggio che ti affascina tanto, a tal punto che un pochino ti immedesimi in lui e poi quando tutto è finito, o meglio quando la storia si è conclusa, una sensazione di vuoto ti invade, quel senso di malinconia mista a gioia quando scopri che le tue aspettavie non sono state deluse.
Qualcosa di più bello non ci potrebbe essere, sapere che oltre alla nostra realtà di tutti i giorni c'è quella presentata dai libri, così affascinanti e talvolta così imprevedibili.
GiuliaZ